«La vita infatti si manifestò» (1 Gv 1,2): così l’apostolo Giovanni riassume il mistero dell’Incarnazione. Il presepe ci fa vedere, ci fa toccare questo evento unico e straordinario che ha cambiato il corso della storia, e a partire dal quale anche si ordina la numerazione degli anni, prima e dopo la nascita di Cristo. Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita.
Questa notte è nato il Rendetor,
la notte di Natal.
Una stalla è il suo castel
tra il bue e l’asinel.
Il bue e l’asinello
lo stanno a riscaldar.
Nato è il Redentor.
Questa notte è nato il Salvator,
la notte di Natal.
La sua stella brilla di splendor
ci guida a Bethlem.
E’ nato poverello
giace su un po’ di fien.
Nato è il Salvator.
Su correte è nato il Rendetor,
venitelo a guardar.
Accorrette tutti i Bethlem
l’Infante ad adorar.
Veglia Maria quel bimbo
lo copre col suo vel.
Nato è il nuovo Re!